Nelle tappe precedenti abbiamo visto che Tuturano era legata a Brindisi, oltre che dalle strade e dalla presenza del rito greco, anche dall’essere proprietà delle monache di San Benedetto, assegnatarie del territorio da parte dei conti normanni nell’XI sec. (epoca alla quale risale la costruzione della chiesa di San Benedetto in Brindisi), che governarono una comunità di albanesi, scappati in Abruzzo nel 1480 al sopraggiungere dei Turchi ad Otranto. E con Brindisi la cittadina torna a dialogare, attraverso i suoi monumenti e le sue strade, al momento della costruzione della linea ferroviaria che da Bologna giunge a Brindisi nel 1865 e che stimola il proprietario tuturanese Angelo Invidia (lo stesso che lega il suo nome al restauro di un altare nella chiesa della Madonna del Giardino) a costruire un importante palazzo proprio di fronte alla via Stazione, il rettilineo che collega la frazione alla stazione ferroviaria di Tuturano, un tempo parco merci della stazione di Brindisi. 

Ancora oggi questo angolo è luogo di ritrovo e la strada che va verso la stazione è sede di attività commerciali.

Sul muro della casa che fu Angelo Invidia si trova l’epigrafe che descrive la situazione amministrativa di Tuturano prima della creazione della provincia di Brindisi